20 aprile 2019

I PRIMI GIORNI

di Ivano Peron 

La mia ambizione di lavorare al camposanto si era concretizzata, o perlomeno, trattandosi di contratto a tempo determinato, tre mesi erano assicurati per me e per altri cinque nuovi operatori.

I miei primi giorni furono di ambientazione, scoperte, nuove conoscenze, anche se la mia grande attrazione per i cimiteri come luoghi di pace e riflessione mi portava spesso a visitarli.

Nel camminare lungo silenziosi viali di cipressi che sembrano dita indicare il cielo, mi pervade una sensazione di profonda calma ed elevazione interiore.

Tutt'oggi amo sostare e meditare ai piedi di monumenti e di vecchie lapidi inclinate e annerite dal tempo, che raccontano a volte con brevi dediche una vita. 





L' area di lavoro comunque non si limitava al già vasto Cimitero Maggiore, ma comprendeva anche i sei cimiteri suburbani di Casale, Settecà, Bertesina, Longara, Polegge, Maddalene e l'Acattolico.

Il turno di lavoro atipico dal lunedì al venerdi, dalle ore 7.00 alle ore 12.50, comprendeva due rientri pomeridiani settimanali che mi permettevano di avere pure del tempo libero.

Il personale di ruolo era costituito da due coordinatori e da dodici operatori ai quali in base all'età, spesso erano assegnate mansioni diverse... in altre parole l'essere più anziani degli altri significava indossare più facilmente la divisa che non la tuta da lavoro.

Infatti fino al passaggio gestionale dei cimiteri alle A.M.C.P.S. avvenuto nel gennaio del 2000, il Comune di Vicenza oltre alle sepolture, esumazioni, cremazioni e alle varie manutenzioni, s'incaricava anche dei trasporti funebri con propri mezzi e personale.




Ero così entusiasta di poter conoscere i nuovi colleghi con il loro bagaglio di esperienze ed imparare bene ogni dettaglio del nuovo lavoro, che mi resi conto solo dopo alcune settimane dell'atmosfera d'insoddisfazione generale che aleggiava nell'ambiente.





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