di Ivano Peron
Il mio contratto a tempo determinato era in scadenza e questa mia prima breve, ma intensa esperienza, non era servita soltanto ad iniziarmi al lavoro cimiteriale, ma anche a confermarne il mio interesse.
Ho scelto di raccontare fin quì nei dettagli solo quelli che ho ritenuto essere i momenti più significativi di quei primi tre mesi, ma i ricordi 'minori' rimasti impressi nella memoria sono davvero tanti, come ad esempio quello di una ragazza orientale che presenziava tutti i giorni alle sepolture destando in noi operatori una certa perplessità.
Non poteva essere parente o conoscente di tutti coloro che ogni giorno seppellivamo, quindi gli si chiese il motivo della sua quotidiana presenza e lei rispose che doveva partecipare a un certo numero di funerali per ricevere una sorta di indulgenza o grazia!
Non poteva essere parente o conoscente di tutti coloro che ogni giorno seppellivamo, quindi gli si chiese il motivo della sua quotidiana presenza e lei rispose che doveva partecipare a un certo numero di funerali per ricevere una sorta di indulgenza o grazia!
La primissima cosa invece rimasta impressa risale al primo giorno di lavoro, dopo essermi presentato ed aver indossato la tuta da lavoro.
Seguii i colleghi di ruolo verso la rimessa dei mezzi sottostante alcuni loculi del cimitero giardino, quando uno di loro scendendo la rampa, spiegò a me e agli altri nuovi operatori che l'odore che stavamo per percepire e che probabilmente avremo percepito tutte le mattine scendendo nella rimessa, proveniva da infiltrazioni sulle pareti.
Seguii i colleghi di ruolo verso la rimessa dei mezzi sottostante alcuni loculi del cimitero giardino, quando uno di loro scendendo la rampa, spiegò a me e agli altri nuovi operatori che l'odore che stavamo per percepire e che probabilmente avremo percepito tutte le mattine scendendo nella rimessa, proveniva da infiltrazioni sulle pareti.
Era lo sgradevolissimo odore dei gas e dei liquidi cadaverici che fuoriescono dalle bare, un odore così intenso che una volta percepito ti porti dentro per diverse ore, spesso anche per un'intera giornata.
Ma ho un ricordo ancora vivo anche di un momento gradito quando mi recai assieme ad un altro collega con il carro funebre all'Istituto di suore in città, per effettuare il trasporto di una sorella defunta al Cimitero Maggiore.
Prima di salire nella cappellina per prelevare il feretro, ci attendevano infatti caffè caldo e biscotti ed il collega mi confidò che era un rito fisso quello del caffè, ogni volta che mancava una suora........insomma, prima il piacere poi il dovere!
Ci furono attimi di forte apprensione invece un giorno assieme all'amico Devis a bordo del malridotto furgone comunale che usavamo per i servizi cimiteriali.
Dovevamo trasportare dal cimitero di Longara, al crematorio del Cimitero Maggiore, i resti mortali non mineralizzati di parecchie salme in grezze casse di legno rettangolari.
Le ceneri dei resti poi sarebbero state riportate al cimitero di provenienza per essere depositate nell'ossario comune che in assenza del cinerario comune ha doppia funzione.
Transitare in un sottopasso con un carico saturo di resti mortali contenuti in semplici casse appoggiate una sopra l'altra e ricordarsi al momento della salita che le ante del portellone posteriore erano solo appoggiate perchè la chiusura era danneggiata, beh...è un'esperienza da evitare sicuramente!
Non nego di aver provato una certa apprensione anche pochi giorni prima della scadenza del mio contratto perché non avevo certezze di un rinnovo, ma alla fine l'impegno fu premiato.
Rimaneva comunque l'incertezza per il futuro trattandosi di contratto a termine e da lì a poco mi ritrovai di fronte ad una difficile scelta.
Alcune settimane dopo che mi fu rinnovato il contratto per altri tre mesi, venni a conoscenza di un concorso a tempo indeterminato per un posto di necroforo/stradino nel limitrofo comune di Monticello Conte Otto.
Mi mobilitai subito per chiedere ai miei coordinatori e successivamente al geometra comunale preposto ai servizi cimiteriali di Vicenza, se un giorno avrei potuto passare ad un contratto a tempo indeterminato anche lì, dove avevo fatto gavetta con tanto entusiasmo e ancora stavo lavorando, ma non dipendeva da loro.
Una delle cause dell'insoddisfazione che regnava tra i colleghi infatti, era dovuta all'insicurezza sull'inquadramento sul lavoro per il probabile passaggio alle aziende municipalizzate.
Quest'ultimo fu il motivo per il quale nessuno poteva darmi garanzie, nonostante fu apprezzato il mio operato e la mia dedizione al lavoro, e così seppur a malincuore lasciai Vicenza dopo quattro mesi per prestare servizio nel più modesto comune di Monticello Conte Otto.
Dovevamo trasportare dal cimitero di Longara, al crematorio del Cimitero Maggiore, i resti mortali non mineralizzati di parecchie salme in grezze casse di legno rettangolari.
Le ceneri dei resti poi sarebbero state riportate al cimitero di provenienza per essere depositate nell'ossario comune che in assenza del cinerario comune ha doppia funzione.
Transitare in un sottopasso con un carico saturo di resti mortali contenuti in semplici casse appoggiate una sopra l'altra e ricordarsi al momento della salita che le ante del portellone posteriore erano solo appoggiate perchè la chiusura era danneggiata, beh...è un'esperienza da evitare sicuramente!
Non nego di aver provato una certa apprensione anche pochi giorni prima della scadenza del mio contratto perché non avevo certezze di un rinnovo, ma alla fine l'impegno fu premiato.
Rimaneva comunque l'incertezza per il futuro trattandosi di contratto a termine e da lì a poco mi ritrovai di fronte ad una difficile scelta.
Alcune settimane dopo che mi fu rinnovato il contratto per altri tre mesi, venni a conoscenza di un concorso a tempo indeterminato per un posto di necroforo/stradino nel limitrofo comune di Monticello Conte Otto.
Mi mobilitai subito per chiedere ai miei coordinatori e successivamente al geometra comunale preposto ai servizi cimiteriali di Vicenza, se un giorno avrei potuto passare ad un contratto a tempo indeterminato anche lì, dove avevo fatto gavetta con tanto entusiasmo e ancora stavo lavorando, ma non dipendeva da loro.
Una delle cause dell'insoddisfazione che regnava tra i colleghi infatti, era dovuta all'insicurezza sull'inquadramento sul lavoro per il probabile passaggio alle aziende municipalizzate.
Quest'ultimo fu il motivo per il quale nessuno poteva darmi garanzie, nonostante fu apprezzato il mio operato e la mia dedizione al lavoro, e così seppur a malincuore lasciai Vicenza dopo quattro mesi per prestare servizio nel più modesto comune di Monticello Conte Otto.